Dall’invenzione del sonoro il cinematografo si è trovato nella necessità di equilibrare immagine e parola. Cosa non facile per il carattere forte che hanno entrambe le forme comunicative.
In definitiva, si tratta di fondere alla perfezione gesto e contenuto veicolato. Se poi a doversi adattare sono immagine e canzone le cose si complicano ulteriormente.
I musical, vedi quelli di Minnelli, Kelly e Donen, ad esempio, fruendo della recitazione degli attori hanno saputo adattare al meglio la canzone all’interpretazione.
Ma mettere in scena un cantante che interpreta un pezzo musicale senza apporto recitativo rischia di relegare l’immagine a pessimo supporto. La televisione, vista la funzione divulgativa musicale che svolge, ha rischiato in questo senso il tracollo.
Ma la lezione cinematografica è arrivata fin dentro il piccolo schermo, soprattutto ad opera di grandi registi televisivi quali Antonello Falqui, Romolo Siena, Enzo Trapani ed Eros Macchi. Quest’ultimo, in particolare, è l’autore di un celebre varietà Rai del 1969-70, “Doppia coppia”, in una puntata del quale egli mette in scena magistralmente Patty Pravo che canta la famosa “Per te”(foto).
Le sfumature contenutistiche della canzone sono raccontate dal regista attraverso un prodigioso alternarsi di primissimi piani, campi e controcampi, riprese dal basso e dall’alto, totali, che lasciano basiti per come riescono a cogliere in pieno l’interpretazione non solo vocale della cantante veneziana, immersa in una dimensione comunicativa fatta di gesti e di sguardi che non ha pari, anche grazie all’ausilio di un magico bianco e nero alla Von Sternberg, che cattura gli occhi dello spettatore fino a renderlo felicemente prigioniero della sua stessa visione.